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L’Acquedotto Lucano S.p.a. sull’orlo del Fallimento

  • Immagine del redattore: AISM Mathera
    AISM Mathera
  • 14 giu 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

L’assessore Gianni Rosa, piuttosto che portare le scritture contabili degli ultimi tre anni in Tribunale per dichiarare il fallimento dell’Acquedotto Lucano, aumenta le tariffe dell’acqua pubblica a carico dei contribuenti.

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L’Acquedotto Lucano è la più grande azienda pubblica della Basilicata che si occupa della gestione del sistema idrico integrato (SII). Nata nel 2002, con capitale sociale detenuto dalla Regione e da 119 Comuni che hanno versato simbolicamente un euro per ciascun residente. L’area gestita comprende 130 comuni, 550.000 abitanti e 289.386 utenti.


Per l’assessore Rosa l’unica soluzione trovata per sovvertire alla posizione debitoria in cui verte l’Acquedotto Lucano, pari a circa 4 volte il suo fatturato, decide di aumentare le tariffe dell’acqua pubblica. Un atto alquanto sconsiderato a giudicare dalla incosciente gestione dell’Acquedotto Lucano e degli accrediti ricevuti in ambito del Consorzio Industriale di Potenza in Liquidazione.


Le cifre dell’indebitamento dell’Acquedotto Lucano

L’indebitamento totale al 31/12/2017 è pari a circa 200 milioni di Euro, tra debiti verso le imprese per manutenzione e lavori (€ 80.839.096) e debiti inesigibili scaduti per utenze non pagate (€ 114.185.433).


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1) Cosa fa la Regione Basilicata di fronte a questo debito pari a 4 volte il fatturato dell’Acquedotto Lucano?

1.1) Il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi

vorrebbe trasferire i dipendenti del Consorzio Industriale di Potenza, all’Acquedotto Lucano, senza un regolare concorso pubblico, che rende l’intervento totalmente illegittimo. Decisione assolutamente proibita ed abusiva in quanto nelle Aziende Pubbliche Economiche, come l’Acquedotto Lucano ed il Consorzio Industriale di Potenza, è possibile assumere solo ed esclusivamente per concorso ed è assolutamente proibito ammettere il criterio della mobilità, come si potrebbe fare negli enti pubblici.


1.2) L'Assessore alle Attività Produttive Francesco Cupparo

delega l'Acquedotto Lucano alla gestione dei depuratori del Consorzio Industriale di Potenza. Ovvero, l’Assessore Cupparo, ha delegato un ente sulla strada del fallimento, l'Acquedotto Lucano, al salvataggio del Consorzio Industriale di Potenza, messo già in liquidazione con oltre 70 milioni di Euro di debiti. Una assurdità che trova riscontro solo in questa povera e misera Regione.


1.3) L'assessore all'Ambiente Gianni Rosa

aumenta le tariffe dell'acqua pubblica del 14,5% per sovvertire e non aggravare la posizione debitoria dell’Acquedotto Lucano a seguito della delega ricevuta dall’Assessore Francesco Cupparo per la salvezza del Consorzio industriale di Potenza. Un circolo vizioso che si ripercuote esclusivamente su tutti i cittadini Lucani. Operazione che comunque non risolve il gravissimo problema delle posizioni debitorie di questi, e di tutti gli altri Enti Lucani indebitati, affetti dalle forme più becere di clientelismo fatto di assunzione per nomina e senza concorso che incancreniscono le posizioni economiche degli stessi.


1.4) la Regione Basilicata elargisce all'Acquedotto Lucano circa 20 milioni di Euro l'anno

per agevolare le famiglie più disagiate, che coincide, guarda caso, con l'importo che l'Acquedotto Lucano paga per salariare i suoi dipendenti. Ci Chiediamo se i 20 milioni concessi dalla Regione Basilicata sono effettivamente utilizzati in modo esclusivo per i motivi per cui vengono elargiti? Dovremmo chiederlo all’Acquedotto Lucano.


2) Le cause dell’indebitamento dell’Acquedotto Lucano

Vediamo da dove proviene la folle gestione di questo ente pubblico, quali possono essere le cause cardinali e le motivazioni che l’hanno indotto in questo assurda posizione debitoria.


2.1) Il Personale

La gestione dell’Acquedotto Lucano è stata affidata ad un numero esagerato di ben 5 Enti, rigorosamente inquadrati come Società per Azioni (S.p.a.), che hanno:

  • 5 Fitti da pagare

  • 5 Presidenti da Stipendiare

  • 5 Liste del personale da Pagare

  • 5 Possibili consulenze esterne

  • 5 Gesione di appalti

  • 5 Possibilità di cedere acqua ad enti come Eipli (L'Ente per lo Sviluppo dell'Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia)

Quindi abbiamo 5 liste della spesa da soddisfare, sopraggiunti con il classico sistema clientelare Lucano, senza concorso Pubblico e con le ormai note raccomandazioni politiche. A tal proposito il sindacato Cisl ha denunciato l’Acquedotto Lucano alla Procura, per inadempienza nelle avanzamenti di carriera che devono essere stabiliti su base concorsuale, allo stesso ed identico modo in cui avviene nelle pubbliche amministrazioni, in quanto L’Acquedotto Lucano è Ente Pubblico Economico.


2.2) Gestione degli impianti

La gestione degli impianti dell’Acquedotto Lucano ha più volte infranto le normative comunitarie Europee, mentre le Procure avrebbero più volte inflitto sequestri e multe per la mancata messa a norma degli impianti per gli oltre 50 depuratori che l’Acquedotto Lucano gestisce. Ancora per l’insufficienza di fondi, a cui è sempre stato sottoposto, l’Acquedotto Lucano non è in grado di sostenere la manutenzione degli impianti, pertanto le perdite idriche sono in continua crescita e si certificano intorno al 50%. Questo incide negativamente sui bilanci complessivi dello stesso Ente, che continua a generare perdite per scarsa manutenzione.


2.3) Le Sanzioni

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), ovvero l’organo nazionale da cui dipendono gli enti di gestione ed amministrazione territoriali, ha imposto ai gestori territoriali del Sistema Idrico Integrato (SII), come l’Acquedotto Lucano S.p.a., l’adeguamento dell’organizzazione aziendale ad un modello contabile amministrativo entro il 2017. Pena gravissime sanzioni e multe che l’Acquedotto Lucano S.p.a. ha pagato nel 2018 per 83 mila Euro.


2.4) L’Acquedotto Lucano Investe in borsa in titoli spazzatura

L’Acquedotto Lucano invece di gestire ed ottimizzare il fabbisogno idrico dei cittadini Lucani, con i soldi pubblici e quindi con i soldi delle fatture pagate dei cittadini, alcuni anni fa comprò titoli che ben presto, a causa di questo sconsiderato modo di investire il denaro pubblico, sopraggiunse la perdita di tutto il capitale investito in borsa.

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