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La Sanità Materana, storia di una MORTE annunciata

  • Immagine del redattore: AISM Mathera
    AISM Mathera
  • 5 apr 2021
  • Tempo di lettura: 7 min

L’AISM Mathera (Associazione infrastrutture e Sviluppo) ed il “Comitato La Sanità Materana non si Tocca” spiegano l’ennesimo tentativo della Regione Basilicata per smantellando e screditare il Madonna delle Grazie di Matera e degli ospedali delle ASM del Materano, per il salvataggio del San Carlo


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Nel silenzio più assoluto ed all’insaputa di tutti i cittadini Materani e della sua Provincia, per l’esclusivo fine di salvare l’Ospedale San Carlo di Potenza dal declassamento a DEA di 1° Livello, (per i dettagli: https://aismmathera.wixsite.com/aism/post/is-the-government-prepared-for-the-rise-of-interest-rates) stanno disfacendo l’ospedale di Matera per accorparlo a quello di Potenza come hanno già fatto con gli ospedali di Chiaromonte, Venosa, Melfi, Lagonegro e Val D’Agri.

AISM Mathera (Associazione Infrastrutture e Sviluppo) con il “Comitato la Sanità Materana non si Tocca” invita il popolo del Materano a reagire di fronte all’inarrestabile azione di smembramento della Sanità Regionale, da parte del Governo Regionale, per salvare il San Carlo.

Mentre noi del Materano ci lamentiamo in maniera disorganizzata, a Potenza stanno attuando subdolamente il loro piano di ridimensionamento e accorpamento del nostro ospedale al San Carlo di Potenza, (nonostante la foglia di fico della gestione autonoma delle ASM). Da tempo ormai che La Regione Basilicata assegna i Primari degli ospedali del Madonna delle Grazie, trasferiti o in pensionamento, a sconosciuti e mai visti Primari degli omonimi reparti del San Carlo di Potenza. Questa subdola operazione fatta con la massima opacità sta rischiando di mettendo a Repentaglio non solo la Sanità del Materano, ma anche quella dell’intera Regione a giudicare dalle passività finanziarie del San Carlo a cui rivolge lo sguardo il Governo Regionale per salvarlo dall’enorme e gravissima posizione debitoria di cui è gravemente ammalato sin di primi anni di vita.


HUB & SPOKE

Ecco alcuni esempi di trasferimento di primari da Matera a Potenza secondo il principio dell’HUB and SPOKE, dove l’HUB, è il reparto sede dei primari, che hanno individuato nel San Carlo di Potenza e SPOKE, che sarebbero gli ambulatori affiliati non dotati di Primari, costituiti da medici che dipendono da sconosciuti Primari localizzati al San Carlo, che nessuno ha mai conosciuto e frequentato.


1) Reparto Infettivi: accorpamento dei 2 reparti affidati al primario De Stefano, potentino di nascita e anni fa assegnato a MT, ma ora ovviamente risiede nella sua città e non sappiamo quanto tempo dedichi al reparto materano.


2) Urologia: accorpamento dei 2 reparti con il primario Di Sabato che ora si divide tra Potenza e Matera.


3) Ematologia: con il pensionamento del Dott.. Fragasso, affidamento del primariato al Dott.. Pizzuti del San Carlo di Potenza che dirige da lì la struttura.


4) Medicina nucleare: primario unico Dott.. Fè del San Carlo di PZ che non sappiamo quanto sia stato visto a Matera.


5) Chirurgia vascolare: con il pensionamento del Dott.. Bonanno annunciata chiusura, crediamo solo rinviata a seguito delle nostre proteste, ma nessun sostituto


6) Chirurgia plastica: idem come sopra con il pensionamento del Dott.. De Robertis


7) Reumatologia: nato come dipartimento regionale per iniziativa del nostro eccellente concittadino Dott. Ignazio Olivieri prematuramente scomparso e che inizialmente si divideva tra i 2 nosocomi, ora si regge su un solo medico con il primario a Potenza che non può seguire Matera per il notevole lavoro a Potenza


8) Medicina e Geriatria: uniti in un’unica divisione affidata al Dott. Tardi. Probabilmente questo accorpamento è confacente ad una visione più moderna della Medicina, ma la citiamo solo per sottolineare la perdita di un ulteriore primariato


9) Oculistica: questa è la storia che conosciamo meglio, con un unico primario a Potenza da cui dirigere tutto. Gli altri primari, man mano che vanno in pensione, scompaiono e così è avvenuto per gli altri ospedali Regionali di Melfi, Lagonegro, Val d’Agri e Chiaromonte che sono stati accorpati al San Carlo.


10) Policoro: al momento sopravvive il primario di Policoro, che a breve sarà sostituito da qualche altri primario del San Carlo per raggiunta età del pensionamento.


La Proposta del “Comitato la Sanità Materana non si Tocca”

Il “Comitato la Sanità Materana non si Tocca” a Settembre 2020 ha consegnato alla Regione Basilicata il progetto di riforma Sanitaria in Basilicata dai connotati moderni ed innovativi che da priorità al territorio con investimenti al Madonna delle Grazie, e con il potenziamento degli ospedali periferici di Policoro, Tricarico, Stigliano e Tinchi.


Inoltre il “Comitato la Sanità Materana non si Tocca” suggeriva inoltre di creare le così dette Case delle Salute, già previste dal Dm 70, e mai attivate prima, perché la nostra Politica Sanitaria Regionale è interessata esclusivamente agli articoli del DM 70 che interessano il declassamento del San Carlo a DEA di 1° Livello, e non la parte restante della Sanità Lucana che possa creare una rete di assistenza territoriale importante da evitare la gravi crisi nella gestione dell’attuale emergenza.


Alcuni esempi della Sanità Materana nel recente passato

La sanità materana necessità di investimenti, ma non solo di attrezzature, ma soprattutto di Medici di grande reputazione ed eccellenze; infatti, basti pensare agli ampi successi raggiunti con la collaborazione dell’Università di Bari che ha disposto a Matera nomi di medici di un certo rilievo, tali da rendere attrattivo il nostro ospedale nelle specialità in cui aveva i migliori nomi e le migliori equipe in ogni reparto.


Ricordiamo che nel 2003 il nostro ospedale ha sfiorato la possibilità di avere la neuro chirurgia per la quale si era fatto anche il bando per assumere il primario, poi tutto è finito e siamo scivolati in questo assurdo ed incomprensibile baratro. Per questo la sanità materana ha necessità di un Direttore Generale con una visione di crescita, ma l’iniziativa deve partire dal Governo della Regione Basilicata con investimenti nella sviluppo della nostra sanità, evitando che si compia lo scempio fin ad ora attualizzato con lo smembramento graduale del Madonna delle Grazie, di quelli della Provincia Materana e di tutta la Basilicata, ridotti ad ambulatori più che ospedali di assistenza ai pazienti di una certa gravità.


Ricordiamo alcune collaborazioni di un certo rilievo che l’Università di Bari che ha portato a Matera: la struttura clinicizzata di Urologia del Prof. Selvaggi che ha portato a Matera nel 2001 il Prof. Carrieri e tutta la sua equipe. Per Ortopedia Dott.. Laforgia e relativa equipe. Per Oculistica con il Dott.. Auteri che aveva iniziato a fare addirittura i trapianti di cornea, per Chirurgia a fine anni 90 ha iniziato il prof. Palasciano e poi altri. Sono arrivati ancora da Bari Il Dott.. De Robertis e prima ancora da Acquaviva era arrivato il Dott.. Bonanno. Poi c’è stato la collaborazione con Sangiovanni Rotondo che ha portato Il prof. Bucci, Nardella, il Dott..Di Maio, il Dott.. Laforgia che aveva predisposto giovani importanti come l’attuale primario di Ortopedia, il Dott.. Sangiovanni, il Dott.. Sforza che adesso è primario a Londra, ed non per ultimo il Dott.. Abbatecola che oggi lavora alla clinica Mater Dei a Bari.


Ricordiamo inoltre che la collaborazione con l’Università di Bari era funzionale al decongestionamento del Policlinico di Bari, ed al contempo facevano crescere il Madonna delle Grazie di Matera con pazienti del Barese che venivano a fare interventi a Matera. Il Governo Regionale invece preferisce salvare dal baratro un territorio in continuo spopolamento come quello Potentino, affossando Matera e tutte i suoi grandi successi del passato e delle prospettive per il prossimo futuro. Stanno prendendo tutto quello che gli è possibile dalle ASM e dal Madonna delle Grazie per evitare di cadere in un destino segnato a cui difficilmente potrà sottrarsi la Sanità Regionale per l’enorme difficoltà economica che inevitabilmente trascinerà anche il Madonna delle Grazie di Matera nel baratro in cui è previsto che debba inevitabilmente cadere il San Carlo.


Oltre alla cronica fuga dagli ospedali del Materano dei migliori medici in altri ospedali, ci sarebbe una cronica necessita di infermieri, ne mancano circa 100, e stanno aumentando anno dopo anno a causa di un voluto lassismo del Governo Regionale nei confronti delle ASM del Materano per salvaguardare il declino debitorio del San Carlo. È ormai evidente che la Regione vuole demolire l'ospedale di Matera e tutte le ASM del Materano e lo fa anche attraversò la carenza di infermieri.


Matera e la Basilicata subisce lo squilibrio finanziario a favore del San Carlo

Ricordiamo che l’attuale struttura della sanità regionale incentrata sul DEA di 2° livello a Potenza, che per adeguamento al DM 70, e quindi numero di residenti non spetterebbe a questa Regione. Questo comporta inevitabilmente ad uno sbilanciamento di risorse a favore del San Carlo come si deduce dal sottostante prospetto dei bilanci delle aziende sanitarie regionali di 2 anni fa:


ASM (Totale ASL di MT) € 343 milioni = 26%

ASP (Totale ASL di Potenza) € 635 milioni = 48%

San Carlo € 291 milioni = 22%

CROB € 54 milioni = 4%


Totale: € 1.323 milioni = 100%


Poiché la provincia di Matera conta il 35% della popolazione Regionale complessiva, si comprende che per avere un’equa ripartizione delle risorse, mancano circa il 9% alla ASM del Materano, che equivalgono a circa € 120 milioni che vengono dirottati sulla sanità del San Carlo.


Proviamo a moltiplicare questa cifra per gli anni di gestione regionale, ed otterremo che almeno € 1 miliardo che ci è stato sottratto per finanziare la mania di grandezza di un piccolo centro di Provincia come la realtà Potentina che sprofonda e si indebita in tutti gli ambiti.


Matera e le ASM del Materano, sono stanchi di subire la mancanza di attenzione, investimenti e di risorse finanziarie nel nostro territorio da parte del Governo regionale, per assistere ad un continuo degrado della Sanità Materana a favore di un Ospedale Regionale, il San Carlo, che è sulla strada del fallimento.


Uno sguardo al futuro ed alla facoltà di Medicina

Cosa accadrà con l’imminente istituzione della facoltà di Medicina? Sembra siano stati stanziati € 18 milioni dalla regione e 5 dal Ministero della Salute per i primi 3 anni, ma non ci è dato sapere quanto ci costerà dal IV al VI anno quando il tutto sarà a regime; alcuni in seno alla stessa maggioranza ipotizzano € 360 milioni di euro con 60 studenti per anno.


Da dove pensano a Potenza di prendere i fondi per finanziare questo ennesimo carrozzone politico?

Saranno costretti a creare un altro immenso buco di Bilancio Regionale che si sommerà a quello già esistente di circa € 2 milioni al mese del San Carlo. Si conta di dirottare su questo progetto tutte le future risorse del Recovery Plan destinate alla nuova medicina del territorio basate sulle Case della Salute, o di perseverare nello spreco di risorse economiche orientate al salvataggio del San Carlo che ha già prodotto una quantità enorme di debiti? La provincia, anche quella di Potenza, è stanca degli inutili sacrifici che deve affrontare per i grandi ospedali. Inoltre, anche il Materano ha diritto a ritrovare la Sanità di ottimo livello che aveva raggiunto negli anni passati, senza la necessità di sobbarcarsi i grandi viaggi della speranza, come purtroppo oggi accade (105% per emigrazione sanitaria). Siamo stanchi di questa Politica Sanitaria Regionale che tanto chiede e tanto poco ci dà.


La Fondazione Don Gnocchi

Mancano pochi giorni alla scadenza della convenzione con La Fondazione Don Gnocchi, un polo importante per la riabilitazione e per la sopravvivenza del presidio di Tricarico, che Grazie al Don Gnocchi fa sopravvivere alcuni servizi essenziali per il territorio e che dovrebbero essere rilanciati per dare servizi a tutta la collina Materana, come laboratorio analisi, radiologia ecc. servizi al momento ridotti all’osso. Se non dovesse essere rinnovata la convenzione con La Don Gnocchi si perderebbe, oltre un centro riabilitativo importante per il territorio Materano e si perderebbero anche centinaia di posti di lavoro che in questo momento difficile non possiamo concedercelo.

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